top of page

Alfio Recupero

Alle pendici dell’Etna

Durante le vacanze di Pasqua ho cercato un po’ di sole e caldo nella bella Sicilia, più precisamente a Nicolosi, in provincia di Catania, alle pendici del vulcano.
L’Etna, una delle maggiori attrazioni turistiche dell’isola, è ancora attivo e spesso regala spettacoli emozionanti. I catanesi sono abituati ai suoi risvegli, mentre chi viene da fuori può sembrare sconcertante abitare così vicino ad un vulcano.
I paesaggi etnei sono incantevoli perché riuniscono scenari desertici di lava nera e boschi rigogliosi, oltre che  il Parco Naturale dell’Etna.
Per chi vuole avventurarsi oltre il Rifugio Sapienza può prendere la funivia per arrivare fino a uno dei crateri e poi percorrere un lungo cammino oppure optare per delle escursioni guidate a piedi, in jeep o addirittura a cavallo.

Ma le visite non finiscono qui: per uscire dai classici circuiti turistici vale la pena addentrarsi nei paesini situati alle pendici dell’Etna che offrono numerosi agriturismi, bed&breakfast e ristoranti di cucina regionale davvero ottimi. Ciò che mi colpisce di più è la diversa qualità di vita, con prezzi modici, natura vicina, possibilità di comprare ottimi prodotti locali e la fortuna di abitare in villette. Le strade provinciali che collegano i vari comuni sono costeggiate da mura di lava che raccolgono una fitta vegetazione di cactus, piante di aloe, agrumeti e papaveri.
Ogni città etnea, così come Catania, sfrutta la pietra lavica per costruire palazzi e strade. Il contrasto tra il grigio delle infrastrutture, il verde della ricca flora e l’azzurro intenso del cielo creano un paesaggio molto coinvolgente.

Tutti i paesi etnei sono attrazioni turistiche in ogni periodo dell’anno adatte a chi vuole avvicinarsi alla natura, ma alcuni hanno attirato la mia attenzione per diversi motivi:

Nicolosi è un ottimo punto di partenza per raggiungere l’Etna ed è una zona turistica sia in inverno per le piste da sci, sia in estate per il turista che, oltre al mare, cerca anche un po’ di fresco in montagna. Qui si trova anche l’osservatorio astronomico di Serra la Nave che organizza varie attività di divulgazione scientifica.

Bronte è nota per essere la “capitale italiana del pistacchio” con oltre l’80% della produzione siciliana. Il pistacchio è apprezzato in Italia e all’estero per la sua alta qualità e nella cucina siciliana è molto usato sia nei dolci che nelle preparazioni salate, trovandolo nei cannoli tipici, nelle brioches, sotto forma di gelato oppure sulla pasta o come ripieno di ravioli. A Bronte si trovano anche il Castello di Nelson, oggi sede di un museo e di un centro espositivo e congressuale, e il Castello di Torremuzza, che si affaccia strapiombo sul fiume di Serravalle.

Zafferana è la meta ideale per gli inguaribili golosi. Se già è noto che la Sicilia produce ottimi agrumi, immaginatevi un miele prodotto dai loro fiori d’arancio… spettacolare. Oltre al classico barattolo, si vende qualsiasi prodotto a base di miele, come caramelle per la gola, candele, integratori e cosmetici. Visto il ruolo primario, è stato istituito il Museo dell’Apicoltore. Se si amano particolarmente i prodotti tipici vale la pena visitare la città durante l’Ottobrata Zafferanese uno degli eventi annuali più caratteristici ed importanti in cui si svolgono attività culturali e stand espositivi per la vendita di prodotti locali.

Mi sembra abbastanza riduttivo fare solo degli accenni riguardanti le specialità e i paesaggi della Sicilia, ma è una regione che offre talmente tanto dal punto di vista storico, architettonico e paesaggistico (senza escludere l’aspetto gastronomico che a noi italiani piace tanto) che per apprezzarla a fondo bisognerebbe visitarla per almeno un mese…  io non sono ancora partita che già non vedo l’ora di tornare.

Ho sempre saputo di voler tornare in Sicilia, in particolar modo ad Adrano, per importare conoscenze ed esperienze maturate fuori dall’Isola». Non ha dubbi sulla sua scelta Sergio Piscione, 28 anni, fondatore insieme ai coetanei Alfredo Laudani e Damiano Russo dell’azienda Pistacchio Cerere fattore siculo. Una delle tante giovani realtà che da questo pomeriggio, e fino a domenica 10 settembre, presenteranno i loro prodotti a EtnaMade #eccellenzevulcaniche, la tre giorni allestita in piazza Immacolata, a San Gregorio di Catania, dedicata ai prodotti siculi. Creare nuove sinergie e aprire il mondo del vino a fasce d’età più giovani è uno degli obiettivi dell’evento, in cui il territorio etneo verrà raccontato attraverso i suoi prodotti e le storie di chi lo vive quotidianamente con il proprio lavoro.

Proprio come Sergio che, dopo la laurea in Management alla Bocconi di Milano e il master alla Luiss, è tornato a casa, dove circa un anno fa ha fondato con i colleghi, tutti con una famiglia di produttori di pistacchio alle spalle, l’azienda che prepara e vende al pubblico prodotti a base di pistacchio. «Volevo imparare a gestire un’azienda e capire come muovermi per esportare i nostri prodotti oltre i confini nazionali», racconta Sergio. Grazie alla collaborazione nata con la chef del Gambero Rosso Lucia Mazzullo è riuscito a conquistare i palati di diverse manifestazioni culinarie. «È lei che si occupa di curare le ricette che proponiamo al pubblico e che prepariamo nel nostro piccolo laboratorio, tra cui tanti semilavorati per pasticcerie e ristoranti». Prodotto di punta è l’arancino, riprodotto in tre varianti gourmet. «Il più famoso è quello al pistacchio, provola e pancetta. Poi abbiamo quello al nero di seppia dedicato al vulcano e quello con acciughe, burro, limone di Siracusa, mozzarella e pistacchio».

Diversa la vocazione del 39enne Antonio Lo Re, fondatore de La compagnia del fermento. «Faccio birre in casa da quando ho 17 anni ed era difficile, senza internet, recuperare le varie componenti», spiega il catanese, laureato in Scienze e tecnologie alimentari. Proprio durante il periodo universitario la sua passione ha cominciato a prendere una forma diversa. «L’idea della birra non ha mai smesso di girarmi in testa e al momento della tesi ha deciso di non trattare i soliti argomenti che ruotano attorno al vino o alle arance, puntando invece sul mio cavallo di battaglia». Ha eseguito prove di laboratorio e analisi sensoriali per analizzare meglio il processo di creazione della birra, finché un docente incontrato durante gli esami di abilitazione gli ha messo in testa il pallino di far diventare il suo interesse un lavoro. Da lì, insieme all’amico Girolamo Sidoti, è iniziata l’impresa di costruire un’azienda, nata ufficialmente nel 2013 con il montaggio dell’impianto, a Mascalucia, reso possibile anche da alcuni finanziamenti ricevuti per il progetto. 

«Entrambi avevamo altri lavori, ma abbiamo deciso di mollare tutto per specializzarci in questo campo. Sono partito alla volta di Torino, Germania e Belgio per seguire corsi approfonditi, mentre il mio socio si occupava e si occupa della qualità del prodotto». Nonostante non siano mancate le opportunità per rimanere fuori, a prevalere è stata l’idea di portare in Sicilia un nuovo bagaglio di conoscenze. «I risultati si vedono soprattutto dal punto di vista qualitativo. Sono cinque le birre prodotte all’interno del birrificio, tutte ale ad alta fermentazione e con un profilo aromatico, adatte a tutti i gusti e distribuite in Sicilia e fuori grazie all’e-commerce e alla bottega dove vendiamo direttamente al consumatore e dove a breve organizzeremo corsi e degustazioni».

È un «percorso a zig zag», invece, quello che ha portato il 28enne Sebastiano Licciardello al mondo del vino e alla Tenuta Monte Gorna. Originario di Enna, dove si è laureato in Architettura, Sebastiano ha eredito insieme alla famiglia i vigneti del nonno. «Nel 2001 – osserva - ci siamo trovati a un bivio: vendere il terreno di Trecastagni o rischiare iniziando un nuovo percorso». Alla coltivazione di uva si è aggiunta così la produzione del vino di casa, l’Etna rosso doc 2008. «Pensavo che l’architettura sarebbe stata il mio futuro, ma in questo momento sono assorbito dal vino e da progetti affini che riguardano agricoltura e imprenditoria». L’obiettivo primario resta far crescere l’azienda e inserire nuovi servizi legati alla gastronomia e a nuovi tipi di vino, ma anche lanciare prodotti diversificati come olio e distillati.

Parco Naturale dell'Etna

Elemento dominante del Parco dell’Etna è il fuoco. Il grande vulcano con le sue colate laviche modifica continuamente il territorio e si armonizza con una vegetazione varia e colorata. Nei percorsi del parco si incontra una fitta vegetazione di castagni, bassi vigneti, querce, faggi e betulle circondati da una fauna dalla rara bellezza come quella dell’aquila reale, della donnola, del ghiro, dei colombi selvatici e degli aironi fino ad arrivare su, in cima, dove sono i lapilli incandescenti a fare da padroni. Oltre a deliziarsi dello spettacolo dell’Etna in questo parco si posso visitare le Grotte, la Valle del Bove, il Monastero, il Sentiero del Germoplasma, la Montagnola, i Monti Silvestri e i Crateri Sommitali.

La Leggenda di  Re  Artù

 

Si racconta che Re Artù era sul punto di morire e desiderava riparare la sua spada che si era spezzata. Voleva farla tornare come quando era nuova e lucente quando combatteva per imporre giustizia e virtù. Gli si presentò all'improvviso l'Arcangelo S.Michele che, desiderando esaudire l'ultimo desiderio del Re, lo portò per i cieli sino a depositarlo nelle cime dell'Etna dove il Re potè saldare, con la lava, la sua spada e, pieno di felicità, si addormentò in una grotta.  L'indomani, all'alba, si svegliò e vide sorgere il sole e, da quel luogo altissimo, rimase stupito per le bellezze naturali che si presentavano ai suoi occhi coi colori dei vari fiori presenti uniti ai colori azzurro-viola-verde del mare che si vedeva in lontananza. Re Artù supplicò il Signore affinchè potesse vivere più a lungo per godere ancora di tutte quelle meravigliose bellezze che non aveva mai visto prima. Così avvenne e Re Artù potè  continuare a vivere vegliando affinchè l'Etna non potesse distruggere Catania e la natura meravigliosa presente. Si racconta anche che il vulcano si sveglia solo quando Re Artù andava tra i bimbi inglesi per portar loro i fiori e i dolcissimi frutti della Sicilia.  Si racconta anche che Re Artù comparve in una leggenda durante l'impero di Enrico IV, famoso per le sue efferatezze e per quello che consentiva ai suoi fedeli protettori crudeli, come l'allora vescovo di Catania. Questi aveva un cavallo che una mattina si imbizzarrì durante una passeggiata. Seppur inseguito dai suoi custodi e si inerpicò sull'Etna dove scomparve alla vista. I custodi, tornati dal vescovo, dopo aver comunicato la fuga del cavallo, furono uccisi per decapitazione ed esposti al pubblico. Lo scudiero del vescovo, sfuggito alla pena, si recò sull'Etna in cerca del cavallo e gli sembrò di vederlo all'interno di un cratere.  All'improvviso, disperato per la sua sorte, vide davanti a lui un grande vecchio che lo confortò e lo portò dentro una grotta dove c'era Re Artù il quale disse allo scudiero che non faceva tornare il cavallo dal vescovo perchè costui si era comportato molto male con tutta la sua gente e che doveva venire personalmente il vescovo a prenderlo. Allo scudiero diede poi un mantello rosso e una borsa piena di denaro. Lo scudiero andò a raccontare quanto gli era capitato al vescovo che non credette alle sue parole e, nel momento di comandare ai suoi di ucciderlo al rogo, morì all'improvviso.

Il Vulcano Etna

 

 

 Tutti lo temono; I Catanesi ed il Popolo Etneo lo amano.

Il "Monte" il Vulcano Etna (3.300 metri) è il più grande, il più attivo e il più spettacolare di tutta L'Europa. La sua immensa maestosità è visibile da quasi tutta la Sicilia.Nelle sue sconfinate falde sorgono CATANIA e una miriade di paesi "Etnei". Il popolo Catanese, orgoglioso "Da' MUNTAGNA", come viene localmente chiamato, non lo ha mai considerato una minaccia per la propria esistenza ma un AMICO possente e brontolone che rispetta e di cui è orgoglioso.
Perfino durante la terribile eruzione del 1669, che fece arrivare il mostruoso fiume di lava dentro la città, circondando l'enorme Castello Ursino (visitabile) e strappando al mare quasi un chilometro quadrato di "terra ferma",concesse ai Catanesi il tempo di mettersi in salvo.
Indescrivibile il panorama diurno e notturno che si gode dai 2.900 metri, raggiungibili dalla funivia molte volte distrutta dalla lava, quasi la struttura fosse invisa al Vulcano, ma sempre tenacemente ricostruita.
Credo che TUTTI dovremmo fare un'escursione sul Vulcano siciliano per capire come noi uomini siamo inermi di fronte alla potenza della Natura e perchè il comprensorio del vulcano Etna sia stato creato prima PARCO NAZIONALE e - dichiarato poi dallUNESCO - PATRIMONIO DELL'UMANITA'.
Sul Vulcano crescono immensi, fitti ed incantevoli boschi, coperti di neve durante qualche mese invernale. Esistono molte piste da sci, dalle più difficili alle più facili, ben servite da sciovie per la risalita. L'Etna, durante i mesi più freddi, consente di sciare intensamente durante la mattinata e, nel pomeriggio, fare il bagno lungo le bellissime spiagge della PLAYA di Catania, la cui sabbia è così straordinaria da essere usata per la costruzione delle più precise e costose CLESSIDRE, o in quella di San Marco, dove sfocia il cristallino fiume Alcantara o quella di Giardini Naxos- Scisò sovrastata dalla esclusiva ed affascinante Taormina o in quella di Letoianni, insomma tutti posti stupendi e ricchi di storia che COSTRINGONO A RITORNARE I TURISTI stranieri di tutte le età e nazionalità, esigenti anche nel mangiare e nel bere.
Il Vulcano è circondato dalla caratteristica FERROVIA CIRCUMETNEA che percorre il perimetro della sua immensa base. Non si può descrivere l'amenità dei paesaggi attraversati.
Persino in un solo giorno si può salire sull'Etna, sciare, osservare l'infernale ma affascinante spettacolo della lava che viene "eruttata" e poi distendersi sulle splendide spiagge, in costume per il bagno di sole e di...mare!!!
Io amo molto il Vulcano e, spesso, penso che, turisticamente, sia poco sfruttato; 
son convinto che tutto il Popolo Catanese potrebbe vivere di rendita valorizzando le meraviglie uniche che offre l'ETNA insieme alle altre mille della Sicilia tutta; ciò ancora da noi a Catania e in Sicilia, non succede !! Mi chiedo: e se attorno all'ETNA, al posto del popolo etneo e dei suoi POLITICI, ci fosse quello dei R I M I N E S I ?? TORNO CON I PIEDI A TERRA. BASTA SOGNARE.ACCONTENTIAMOCI.
Grazie per l'attenzione. Cordialità
"Forte Viaggiatore" Ugo Calaciura - Viagrande CT


TITOLO RELIGIOSO

I'm a title. Click here to edit me.

 

I'm a paragraph. Click here to add your own text and edit me. It’s easy. Just click “Edit Text” or double click me to add your own content and make changes to the font.

I'm a title. Click here to edit me.

 

I'm a paragraph. Click here to add your own text and edit me. It’s easy. Just click “Edit Text” or double click me to add your own content and make changes to the font.

© 2023 by Name of Site. Proudly created with Wix.com

  • Facebook Social Icon
  • Twitter Social Icon
  • Google+ Social Icon
bottom of page